Comunicare la moda: rivoluzione nell’editoria

Da quando le strade sono diventate le nuove passerelle, da quando i social network hanno conquistato un’autorevolezza pari ad altri mezzi di comunicazione, da quando sul mercato hanno fatto breccia i blogger, non solo è cambiato l’approccio verso la moda ma anche il modo di comunicarla.

Comunicare la moda è stato per anni privilegio ed esclusiva delle riviste cartacee del settore, vere e proprie istituzioni per il fashion system.

Tra gli addetti ai lavori vi erano soltanto persone con un valido background culturale di moda e, senza tali requisiti era impossibile avvicinarsi al front row delle settimane della moda.

Oggi, seduti tra le prime file delle sfilate, troviamo i fashion blogger, gli autori di web magazine e non più soltanto giornalisti e celebrity.

Assistiamo ai live twitting, agli streaming e alle condivisioni di foto su Facebook, Instagram e Twitter.

La rivoluzione avviene con l’era di internet, dei social, dell’e-commerce e per l’appunto dei fashion blogger.

I nuovi talenti nati sul web hanno personalità da vendere e rispondono alla voglia del pubblico di avere un’informazione diversa, nuova, fresca e soprattutto costruita dal basso.

Oltre a porsi come trend makers, i fashion blogger, sono il più delle volte personaggi creativi tra le cui passioni sono presenti la moda, la fotografia e la scrittura.

Caratteristiche che presto diventano le carte in regola per candidarsi come concorrenti alle riviste di moda.

Ancorata a codici comunicativi superati, l’editoria sente il dovere di reinventarsi per stare al passo con le nuove necessità e le nuove strategie comunicative.

La maggior parte delle riviste apre così le porte al web e ai social, creando un profilo nella maggior parte di questi ultimi.

Nascono collaborazioni editoriali con alcune fashion blogger o, come nel caso di Grazia.it, vengono creati veri e propri network per quest’attività.

Risentono di una ritrovata creatività anche i formati cartacei, che si arricchiscono di rubriche, articoli e immagini catturate sul web.

Vengono scardinate le regole della fashion communication : il mondo della moda diventa accessibile a tutti e raggiunge anche chi non avrebbe mai acquistato una rivista del settore.

Tuttavia, sebbene ci sia stata una contaminazione tra questi ambienti, l’editoria mostra ancora un po’ di diffidenza nei confronti dello spazio dedicato ai blogger.

Di seguito un frammento dell’editoriale di Paolo Gelmi, direttore responsabile della rivista Maxim.

“E’ un mondo, quello della rete, da noi di Maxim considerato fondamentale per la crescita del nostro mercato, ma sicuramente non sostitutivo e in contrapposizione al professionismo editoriale che a questo settore tanto ha dato e tanto continua a dare. (…) Questa confusione di ruoli e di appartenenze genera una grandissima incertezza, riducendo l’autorevolezza di un segmento che ha dimostrato di aver voglia di rinnovarsi e di continuare a crescere. Come dico da sempre, noi di Maxim amiamo le contaminazioni nella loro globalità, ma in questo segmento, più che alla contaminazione, siamo di fronte a una sostituzione neanche troppo lenta ed equilibrata (e questo ci spaventa), alla disperata ricerca di una vetrina in più pur di aumentare visibilità e fatturato, a scapito dell’eccellenza.”

Paolo Gelmi, Maxim, ottobre  2013

Da queste parole capiamo quanto il giornalismo sia ancora spaventato dal nuovo modo di fare comunicazione che i blogger hanno inventato e  timoroso di essere sostituito e rimpiazzato; allo stesso tempo, però, viene evidenziato il professionismo  e l’autorevolezza che contraddistingue l’editoria, elementi che ne fanno una realtà insostituibile.

Condivisione dovrebbe essere la parola chiave di questo processo di commistione!

Condividere da una parte la professionalità, l’esperienza, la cultura che è propria di chi da anni si trova negli ingranaggi del settore e dall’altra, la freschezza, l’innovazione e la creatività dei nuovi volti della moda.

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3 pensieri su “Comunicare la moda: rivoluzione nell’editoria

  1. Ciao Chiara,
    CONDIVISIONE = LARGHE INTESE = INCIUCIO !!!!
    La moda non è creatività e spesso trasgressione ? Condivisione vuol forse dire che la moda deve essere interpretata
    e raccontata solo da persone e firme “legittimate” dal fashion system ? GRILLO che ne pensa , è d’accordo ???
    Ironie a parte , sto seguendo con crescente , viva e vibbbrrrrrr….ante emozione il tuo bellissimo lavoro.
    Sono stupefatto , intimidito e senza parole. Grande Chiara , è proprio il caso di dire : i figli , questi adorabili sconosciuti !!
    Continua così con impegno e passione. Baci , Alberto

  2. Pingback: Video-inchiesta : L’Armadio sempre vuoto | Unanessunacentomila

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