A voi lettori di Unanessunacentomila la possibilità di esprimere la vostra opinione.
Quale ritenete sia la definizione più adatta alla figura del Fashion blogger?
Una, nessuna o centomila ?
Unanessunacentomila rappresenta in modo emblematico la figura del fashion blogger, o meglio, le molteplici identità che vengono narrate nel suo diario virtuale.
Attraverso i numerosi e diversi outfit, raccontano tante sfaccettature della loro personalità, quasi come metamorfosi: una nessuna che ambisce a diventare una mostrandosi come centomila.
Il significato di UNC allude anche al comportamento sociale insito nella figura del follower e in tutti coloro che seguono le orme dei fashion bloggers.
In questi si riconosce la spasmodica ricerca di distinzione, l’affermazione dell’individualità, ma al contempo il bisogno e la necessità di sentirsi appartenenti ad un gruppo, ad una cerchia sociale, cadendo nell’omologazione e di conseguenza perdendo la propria personalità.
Il sogno di essere una, il bisogno di essere tra le centomila, finendo per fare della propria identità e personalità nessuna.
I fashion blog, una volta approdati nella società, nei settori commerciali e guadagnata l’attenzione internazionale, hanno inevitabilmente catturato l’interesse di alcune celebrities.
In un momento critico per la televisione italiana, laddove il mezzo che le ha consacrate celebrità, non dà più sufficiente spazio e visibilità e la fama rischia di finire nell’abisso, il web rappresenta l’ultima spiaggia o il luogo della rinascita.
La rete accoglie tutti senza distinzioni e i blog rappresentano infinite possibilità di espressione, comunicazione e soprattutto condivisione.
Dive della tv, vip più o meno note, ex veline, modelle e altre celebrities italiane hanno colto le potenzialità di internet e dei blog e in essi hanno visto l’occasione di mantenere saldo il loro status di Very Important Person. Continua a leggere →
In questa seconda video-inchiesta voglio farvi ascoltare il parere di Luca, un giovane ragazzo di 25 anni che, nel febbraio del 2012, ha aperto a Milano un negozio di abbigliamento, appunto Blackout Shop.
In poco tempo ha avuto molto successo, anche grazie alla presenza di un profilo del negozio su Instagram, il social network al quale, come abbiamo visto nei precedenti post, anche i fashion blogger devono la loro fortuna.
Scegliere Instagram come canale pubblicitario è oggi una strategia efficace e vincente, soprattutto quando il target è rappresentato dai giovani. Luca ci spiegherà in che modo ha utilizzato questo mezzo di comunicazione e quale contributo ha dato alla sua attività.
Ma il segreto di Blackout, come ascolteremo nella video-inchiesta, risiede anche nell’aver scelto di vendere alcuni marchi di abbigliamento emergenti, indossati e sponsorizzati dalle più famose fashion blogger.
Dopo aver ascoltato svariati pareri sul fenomeno dei fashion blog, con questa intervista conosceremo l’opinione di chi effettivamente può rendersi conto di quanta influenza esercitino i blogger sul gusto dei consumatori e scopriremo in che modo il settore della moda, visto dagli occhi di un negoziante, sta cambiando.
Il titolo del post è la domanda con la quale ci siamo lasciati martedì scorso, mentre vi parlavo delle collaborazioni tra brand e fashion blogger.
Abbiamo visto quanto questi rapporti siano fruttiferi per entrambe le parti : i brand, anche i meno conosciuti, hanno la garanzia di ottenere una grande visibilità, diretta al consumatore finale, e dalla loro, le fashion blogger accrescono la popolarità e consolidano il loro ruolo di opinion leaders.
Se torniamo alla definizione originaria di blog e se pensiamo ai propositi di cui si fa carico, in questo caso, un blog di moda e lifestyle, è naturale che nascano delle perplessità.
Possiamo ancora considerare questi spazi web come diari personali in cui esprimere liberamente creatività e avanzare consigli ?
C’è ancora traccia della creatività personale dell’autore del blog o questi spazi sono stati completamente contaminati da interessi commerciali e di profitto ?
E’ lecito farsi queste domande poiché tante volte ci si trova di fronte a fashion blog intasati da banner pubblicitari e ricolmi di post in cui vengono chiaramente sponsorizzati alcuni prodotti.
Diventa difficile scindere i consigli sinceri, le proposte spontanee, dalle forzature pubblicitarie mascherate sotto forma di scelte compiute dalla fashion blogger.
Fino a che punto le autrici di questi spazi web proteggono la trasparenza dei contenuti che pubblicano e rispettano le intenzioni iniziali di un fashion blog?
Ormai, la maggior parte delle blogger affermate ha alle spalle un team di collaboratori che si adoperano per la gestione del blog: agenti, fotografi, consulenti informatici, grafici e ghostwriters.
E’ nato un vero e proprio business e, come era stato detto nel precedente post, una nuova professione.
Al momento sul tema possono essere solo espresse opinioni e sicuramente non si può fare una generalizzazione su tutta l’ampiezza del fenomeno.
Ci sono ancora, infatti, ragazze, emergenti nel campo, che intraprendono la strada del fashion blogging motivate da una forte passione per la moda, dotate di estro creativo e il cui fine non è (ancora) il guadagno.
Oggi sarete proprio voi, lettori di Unanessunacentomila, a dare il vostro parere riguardo il fenomeno dei fashion blog e le tematiche trattate fino ad ora.
Tanti temi, approfonditi attraverso un’inchiesta realizzata su un pubblico misto, dalle differenti professioni, di diverse età e con punti di vista contrastanti e molto interessanti.
I fashion blogger, come abbiamo visto, sono la voce di un nuovo mezzo e di un nuovo modo di concepire la moda.
Hanno catturato l’attenzione di moltissimi naviganti e non potevano passare inosservati anche all’industria di settore, che ne ha subito colto le potenzialità.
Queste ragazze si sono progressivamente conquistate l’etichetta di fashion icon e svolgono sempre di più un ruolo determinante nella creazione di opinione e nella formazione del gusto dei consumatori.
Per tali motivi alcune aziende di abbigliamento, accessori, cosmetica e di settori affini hanno visto nei fashion blog una grande fonte di guadagno ed un nuovo potente mezzo pubblicitario.
Grazie all’immediatezza dei contenuti che vengono pubblicati e grazie alle reti social di cui le blogger si avvalgono, qualsiasi brand può raggiungere il consumatore finale in modo strategico, veloce e “mascherato”.
Servirsi di questi canali per promuovere un nuovo prodotto, una nuova linea o un nuovo marchio conferisce una grande visibilità e una forte componente di coinvolgimento, in quanto il consumatore è stimolato ad avvicinarsi ad un prodotto che viene utilizzato dalla sua icona di moda.
E’ un nuovo modo di porsi nel mercato che rispecchia la moderna cultura digitale, nella quale il pubblico può scegliere quando e come vedere qualcosa all’interno di un flusso continuo di offerte.
Ma concretamente come si sviluppa questo processo e quali sono le principali iniziative?
“La moda è imitazione di un modello dato e appaga il bisogno di appoggio sociale, conduce il singolo sulla via che tutti percorrono, dà un universale che fa del comportamento di ogni singolo un mero esempio. Nondimeno appaga il bisogno di diversità, la tendenza alla differenziazione, al cambiamento, al distinguersi. (…) La moda non è altro che una delle tante forme di vita con le quali la tendenza all’uguaglianza sociale e quella alla differenziazione individuale e alla variazione si congiungono in un fare unitario.”
George Simmel – La moda 1895
A più di cento anni di distanza dalla loro pubblicazione è incredibile quanto queste considerazioni di George Simmel sulla moda possano essere tranquillamente utilizzate ancora oggi.
In questo speciale si parlerà di moda attraverso gli occhi di un sociologo che è vissuto nella seconda metà del 1800, il cui contributo allo studio della società e dei suoi fenomeni è stato fondamentale.
Nel precedente post vi ho parlato dei fashion blog approfondendo quella che è la figura principale di questi spazi.
Con l’articolo di oggi conosceremo un’altra componente importante di questo fenomeno, forse la più essenziale, perché ad essa si deve il successo e la propagazione dei contenuti.
Sto parlando dei follower, ovvero degli utenti che seguono costantemente il sistema dei fashion blog.
Al pubblico in rete deve essere attribuito il merito di diffondere e condividere, attraverso tutti i canali a disposizione, tutto ciò che viene postato; la struttura a rete e la natura partecipativa e interattiva del web consentono ai fashion blogger di essere sempre in prima linea grazie al lavoro spontaneo svolto dai loro follower.
Il mondo patinato che viene immortalato nei fashion blog ha inevitabilmente catturato l’attenzione di tantissimi naviganti, nella maggioranza giovani ragazze.
Affascinate dagli outfit originali e creativi, dal loro life-style, dai viaggi, dalle fashion-week e dalla fama acquisita, le follower di questi spazi web sono numerosissime.
Tra i giovani è nata una vera e propria moda: seguire le fashion blogger.