Da quando le strade sono diventate le nuove passerelle, da quando i social network hanno conquistato un’autorevolezza pari ad altri mezzi di comunicazione, da quando sul mercato hanno fatto breccia i blogger, non solo è cambiato l’approccio verso la moda ma anche il modo di comunicarla.
Comunicare la moda è stato per anni privilegio ed esclusiva delle riviste cartacee del settore, vere e proprie istituzioni per il fashion system.
Tra gli addetti ai lavori vi erano soltanto persone con un valido background culturale di moda e, senza tali requisiti era impossibile avvicinarsi al front row delle settimane della moda.
Oggi, seduti tra le prime file delle sfilate, troviamo i fashion blogger, gli autori di web magazine e non più soltanto giornalisti e celebrity.
Il titolo del post è la domanda con la quale ci siamo lasciati martedì scorso, mentre vi parlavo delle collaborazioni tra brand e fashion blogger.
Abbiamo visto quanto questi rapporti siano fruttiferi per entrambe le parti : i brand, anche i meno conosciuti, hanno la garanzia di ottenere una grande visibilità, diretta al consumatore finale, e dalla loro, le fashion blogger accrescono la popolarità e consolidano il loro ruolo di opinion leaders.
Se torniamo alla definizione originaria di blog e se pensiamo ai propositi di cui si fa carico, in questo caso, un blog di moda e lifestyle, è naturale che nascano delle perplessità.
Possiamo ancora considerare questi spazi web come diari personali in cui esprimere liberamente creatività e avanzare consigli ?
C’è ancora traccia della creatività personale dell’autore del blog o questi spazi sono stati completamente contaminati da interessi commerciali e di profitto ?
E’ lecito farsi queste domande poiché tante volte ci si trova di fronte a fashion blog intasati da banner pubblicitari e ricolmi di post in cui vengono chiaramente sponsorizzati alcuni prodotti.
Diventa difficile scindere i consigli sinceri, le proposte spontanee, dalle forzature pubblicitarie mascherate sotto forma di scelte compiute dalla fashion blogger.
Fino a che punto le autrici di questi spazi web proteggono la trasparenza dei contenuti che pubblicano e rispettano le intenzioni iniziali di un fashion blog?
Ormai, la maggior parte delle blogger affermate ha alle spalle un team di collaboratori che si adoperano per la gestione del blog: agenti, fotografi, consulenti informatici, grafici e ghostwriters.
E’ nato un vero e proprio business e, come era stato detto nel precedente post, una nuova professione.
Al momento sul tema possono essere solo espresse opinioni e sicuramente non si può fare una generalizzazione su tutta l’ampiezza del fenomeno.
Ci sono ancora, infatti, ragazze, emergenti nel campo, che intraprendono la strada del fashion blogging motivate da una forte passione per la moda, dotate di estro creativo e il cui fine non è (ancora) il guadagno.
Oggi sarete proprio voi, lettori di Unanessunacentomila, a dare il vostro parere riguardo il fenomeno dei fashion blog e le tematiche trattate fino ad ora.
Tanti temi, approfonditi attraverso un’inchiesta realizzata su un pubblico misto, dalle differenti professioni, di diverse età e con punti di vista contrastanti e molto interessanti.
I fashion blogger, come abbiamo visto, sono la voce di un nuovo mezzo e di un nuovo modo di concepire la moda.
Hanno catturato l’attenzione di moltissimi naviganti e non potevano passare inosservati anche all’industria di settore, che ne ha subito colto le potenzialità.
Queste ragazze si sono progressivamente conquistate l’etichetta di fashion icon e svolgono sempre di più un ruolo determinante nella creazione di opinione e nella formazione del gusto dei consumatori.
Per tali motivi alcune aziende di abbigliamento, accessori, cosmetica e di settori affini hanno visto nei fashion blog una grande fonte di guadagno ed un nuovo potente mezzo pubblicitario.
Grazie all’immediatezza dei contenuti che vengono pubblicati e grazie alle reti social di cui le blogger si avvalgono, qualsiasi brand può raggiungere il consumatore finale in modo strategico, veloce e “mascherato”.
Servirsi di questi canali per promuovere un nuovo prodotto, una nuova linea o un nuovo marchio conferisce una grande visibilità e una forte componente di coinvolgimento, in quanto il consumatore è stimolato ad avvicinarsi ad un prodotto che viene utilizzato dalla sua icona di moda.
E’ un nuovo modo di porsi nel mercato che rispecchia la moderna cultura digitale, nella quale il pubblico può scegliere quando e come vedere qualcosa all’interno di un flusso continuo di offerte.
Ma concretamente come si sviluppa questo processo e quali sono le principali iniziative?
Nel precedente post vi ho parlato dei fashion blog approfondendo quella che è la figura principale di questi spazi.
Con l’articolo di oggi conosceremo un’altra componente importante di questo fenomeno, forse la più essenziale, perché ad essa si deve il successo e la propagazione dei contenuti.
Sto parlando dei follower, ovvero degli utenti che seguono costantemente il sistema dei fashion blog.
Al pubblico in rete deve essere attribuito il merito di diffondere e condividere, attraverso tutti i canali a disposizione, tutto ciò che viene postato; la struttura a rete e la natura partecipativa e interattiva del web consentono ai fashion blogger di essere sempre in prima linea grazie al lavoro spontaneo svolto dai loro follower.
Il mondo patinato che viene immortalato nei fashion blog ha inevitabilmente catturato l’attenzione di tantissimi naviganti, nella maggioranza giovani ragazze.
Affascinate dagli outfit originali e creativi, dal loro life-style, dai viaggi, dalle fashion-week e dalla fama acquisita, le follower di questi spazi web sono numerosissime.
Tra i giovani è nata una vera e propria moda: seguire le fashion blogger.
Prima di poter iniziare con il percorrere i passi storici del fashion blogging, occorre dare una definizione di blog.
Che cos’è un BLOG?
Il termine blog deriva dalla contrazione dei termini web e log, ovvero diario in rete.
La loro natura rispecchia pienamente la loro denominazione, infatti i blog sono spazi web in cui i blogger esprimono liberamente i propri interessi, le propri opinioni e creazioni.
La loro nascita risale al 18 luglio 1997, data in cui lo statunitense Dave Winer comunica l’invenzione del software che ne consente la pubblicazione in rete.
Il weblog consente a tutti di pubblicare senza avere necessariamente i requisiti per farlo, non è necessaria nessuna competenza tecnica se non quella di avere qualcosa da dire.
In rete sono state create piattaforme gratuite per la creazione dei weblog e il creatore-autore da subito può iniziare a pubblicare le proprie opinioni su argomenti di vario tipo.
Il modo in cui i contenuti vengono pubblicati rappresenta in genere una linea comune a tutti i blog: una serie di post visualizzati in ordine cronologico (dal più recente al più remoto) archiviati in mesi o sezioni tematiche.
Il weblog ha inoltre connesso milioni di persone, grazia alla sua struttura interattiva e ricca di collegamenti tra un blog e l’altro.
Per tali motivi questo strumento a bassi costi di gestione si è rivelato di successo e la sua diffusione è stata grandiosa ed epidemica.
..Ma veniamo al cuore del discorso, cosa sono i FASHION BLOG?