Non vi siete ancora chiesti quali sono i requisiti per diventare una fashion blogger ?
Non vi siete domandati quali qualità contraddistinguono coloro che hanno raggiunto popolarità e successo in questa attività ?
In tanti hanno già tentato di stilare elenchi di regole, dritte e consigli utili a chiunque, alle prime armi, voglia entrare in questo mondo.
Navigando in rete, ho trovato opinioni sull’argomento in qualsiasi forma: articoli satireggianti, post, interviste, dibattiti, fino ad un e-book scritto da un consulente di immagine.
Fino a qualche anno fa il fashion blogging, in Italia, stava compiendo i suoi primi passi, eppure in pochissimo tempo ha raggiunto numeri degni di considerazione e molte ragazze si sono cimentate in questa avventura così da dare il via ad una vera e propria competizione.
Il fashion system è quasi saturo di queste figure, sebbene siano di così recente comparsa, ma in molte ragazze e ragazzi non si è ancora spento il desiderio di far breccia e vincere la concorrenza.
Unanessuacentomila in questo post proverà, dopo aver vagliato con attenzione ciò che viene proposto in rete, a riassumere i suggerimenti più appropriati e utili per chi volesse intraprendere questa strada e raggiungere il successo.
Da quando le strade sono diventate le nuove passerelle, da quando i social network hanno conquistato un’autorevolezza pari ad altri mezzi di comunicazione, da quando sul mercato hanno fatto breccia i blogger, non solo è cambiato l’approccio verso la moda ma anche il modo di comunicarla.
Comunicare la moda è stato per anni privilegio ed esclusiva delle riviste cartacee del settore, vere e proprie istituzioni per il fashion system.
Tra gli addetti ai lavori vi erano soltanto persone con un valido background culturale di moda e, senza tali requisiti era impossibile avvicinarsi al front row delle settimane della moda.
Oggi, seduti tra le prime file delle sfilate, troviamo i fashion blogger, gli autori di web magazine e non più soltanto giornalisti e celebrity.
Il titolo del post è la domanda con la quale ci siamo lasciati martedì scorso, mentre vi parlavo delle collaborazioni tra brand e fashion blogger.
Abbiamo visto quanto questi rapporti siano fruttiferi per entrambe le parti : i brand, anche i meno conosciuti, hanno la garanzia di ottenere una grande visibilità, diretta al consumatore finale, e dalla loro, le fashion blogger accrescono la popolarità e consolidano il loro ruolo di opinion leaders.
Se torniamo alla definizione originaria di blog e se pensiamo ai propositi di cui si fa carico, in questo caso, un blog di moda e lifestyle, è naturale che nascano delle perplessità.
Possiamo ancora considerare questi spazi web come diari personali in cui esprimere liberamente creatività e avanzare consigli ?
C’è ancora traccia della creatività personale dell’autore del blog o questi spazi sono stati completamente contaminati da interessi commerciali e di profitto ?
E’ lecito farsi queste domande poiché tante volte ci si trova di fronte a fashion blog intasati da banner pubblicitari e ricolmi di post in cui vengono chiaramente sponsorizzati alcuni prodotti.
Diventa difficile scindere i consigli sinceri, le proposte spontanee, dalle forzature pubblicitarie mascherate sotto forma di scelte compiute dalla fashion blogger.
Fino a che punto le autrici di questi spazi web proteggono la trasparenza dei contenuti che pubblicano e rispettano le intenzioni iniziali di un fashion blog?
Ormai, la maggior parte delle blogger affermate ha alle spalle un team di collaboratori che si adoperano per la gestione del blog: agenti, fotografi, consulenti informatici, grafici e ghostwriters.
E’ nato un vero e proprio business e, come era stato detto nel precedente post, una nuova professione.
Al momento sul tema possono essere solo espresse opinioni e sicuramente non si può fare una generalizzazione su tutta l’ampiezza del fenomeno.
Ci sono ancora, infatti, ragazze, emergenti nel campo, che intraprendono la strada del fashion blogging motivate da una forte passione per la moda, dotate di estro creativo e il cui fine non è (ancora) il guadagno.
Oggi sarete proprio voi, lettori di Unanessunacentomila, a dare il vostro parere riguardo il fenomeno dei fashion blog e le tematiche trattate fino ad ora.
Tanti temi, approfonditi attraverso un’inchiesta realizzata su un pubblico misto, dalle differenti professioni, di diverse età e con punti di vista contrastanti e molto interessanti.
I fashion blogger, come abbiamo visto, sono la voce di un nuovo mezzo e di un nuovo modo di concepire la moda.
Hanno catturato l’attenzione di moltissimi naviganti e non potevano passare inosservati anche all’industria di settore, che ne ha subito colto le potenzialità.
Queste ragazze si sono progressivamente conquistate l’etichetta di fashion icon e svolgono sempre di più un ruolo determinante nella creazione di opinione e nella formazione del gusto dei consumatori.
Per tali motivi alcune aziende di abbigliamento, accessori, cosmetica e di settori affini hanno visto nei fashion blog una grande fonte di guadagno ed un nuovo potente mezzo pubblicitario.
Grazie all’immediatezza dei contenuti che vengono pubblicati e grazie alle reti social di cui le blogger si avvalgono, qualsiasi brand può raggiungere il consumatore finale in modo strategico, veloce e “mascherato”.
Servirsi di questi canali per promuovere un nuovo prodotto, una nuova linea o un nuovo marchio conferisce una grande visibilità e una forte componente di coinvolgimento, in quanto il consumatore è stimolato ad avvicinarsi ad un prodotto che viene utilizzato dalla sua icona di moda.
E’ un nuovo modo di porsi nel mercato che rispecchia la moderna cultura digitale, nella quale il pubblico può scegliere quando e come vedere qualcosa all’interno di un flusso continuo di offerte.
Ma concretamente come si sviluppa questo processo e quali sono le principali iniziative?
“La moda è imitazione di un modello dato e appaga il bisogno di appoggio sociale, conduce il singolo sulla via che tutti percorrono, dà un universale che fa del comportamento di ogni singolo un mero esempio. Nondimeno appaga il bisogno di diversità, la tendenza alla differenziazione, al cambiamento, al distinguersi. (…) La moda non è altro che una delle tante forme di vita con le quali la tendenza all’uguaglianza sociale e quella alla differenziazione individuale e alla variazione si congiungono in un fare unitario.”
George Simmel – La moda 1895
A più di cento anni di distanza dalla loro pubblicazione è incredibile quanto queste considerazioni di George Simmel sulla moda possano essere tranquillamente utilizzate ancora oggi.
In questo speciale si parlerà di moda attraverso gli occhi di un sociologo che è vissuto nella seconda metà del 1800, il cui contributo allo studio della società e dei suoi fenomeni è stato fondamentale.